Carlos Sainz: il pilota perfetto che non fa innamorare

Il controsenso di Carlos Sainz: un pilota maledettamente concreto che per una serie di ragioni non riesce ad infiammare la piazza

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) si gode il trofeo del vincitore del Gran Premio d'Australia 2024

Carlos Sainz ha vinto, approfittando di una delle rarissime occasioni in cui Red Bull è mancata all’appello. Sainz ha convinto, non diversamente dal solito, solido come una roccia nonostante la convalescenza. Carlos il sacrificabile ha riportato ancora una volta la vittoria a Maranello, riuscendo a emergere come aveva fatto sei mesi prima in quel di Singapore, sfruttando le inaspettate difficoltà di Verstappen e Perez. Mentre Charles accende e incanta a corrente alternata, Carlos si fa trovare pronto a ghermire la preda nei momenti che contano.

Eppure il ragazzo di Madrid fatica a entrare nel cuore dei tifosi, della gente comune e, a questo punto, anche in quello delle alte sfere Ferrari, che gli hanno preferito il divino Hamilton dandogli il benservito senza troppi convenevoli. Se ne può fare a meno, questo il pensiero comune, in netto contrasto con l’evidenza. Ma, in definitiva, che cosa manca a Carlos? Quale peccato originale dovrà mai scontare? Che cos’ha da farsi perdonare?

Carlos Sainz e Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) - GP Australia 2024
Carlos Sainz e Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) raggianti dopo la doppietta nel GP d’Australia 2024

Carlos Sainz e quella fatica a far breccia nei cuori dei tifosi

Carlos ha grandi occhi scuri intensi, li rivolge al mondo senza timore e senza sfrontatezza, focalizzato sul presente, senza cedere alle lusinghe dell’utopia. La sua concretezza è figlia di un carattere fiero, di una tempra costruita nel tempo, fin dagli esordi, quando è riuscito a non soccombere al cospetto del primo strabordante Verstappen.

La sua intelligenza strategica è un dono coltivato, di cui si è preso cura con indefessa volontà, riuscendo a stupire per carattere e lungimiranza. Mai sopra le righe, calmo e determinato anche quando le situazioni si mostrano complicate.

Di fatto Sainz è il pilota che ogni squadra dovrebbe avere tra le sue fila, che ogni team principal vorrebbe avere tra le mani. E allora perché quest’accoglienza tiepida, questa tendenza a considerarlo il pilota numero due contro l’evidenza dei risultati? La stella di Leclerc continua a brillare, anche se la vittoria manca da quasi due anni.

Forse perché Charles ci fa volare in scia ai suoi mirabili giri veloci, con quel sorriso da eterno ragazzino, con quello sguardo scanzonato e brillante, con quel suo amore puro verso la Ferrari, estremo al punto da sembrare un atto di fede. Ma davvero si riduce tutto all’abusato dualismo istinto-ragione?

Allora provo a cercare tra le pieghe di una storia anomala per tentare di capire l’incomprensibile. All’inizio fu Vettel. Il suo addio alla Ferrari venne annunciato male e gestito peggio. Sebastian era molto amato, dotato di grande personalità, capace di straordinaria empatia. Un grande uomo oltre che un grande pilota. Adorato dai tifosi, apprezzato dai colleghi, ammirato da chiunque abbia avuto la possibilità di conoscerlo a fondo.

Carlos si è trovato a gestire la pesante eredità di un confronto impari e lo ha fatto egregiamente, a suo modo, rispondendo in pista, con risultati e prove convincenti. Tuttavia sembra non essere bastato. E solo le menti più analitiche e meno nostalgiche riescono a riconoscere i suoi grandi pregi.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Sainz paga per il “fattore Leclerc”?

Anche il fattore Leclerc ha influito. Il principino monegasco aveva già iniziato a scrivere le pagine che avrebbero dato vita alla sua favola. Lo aveva fatto con modi gentili e una dolcezza unica, con i gravi fardelli di cui si era dovuto fare carico, con due prime mitiche vittorie capaci di entrare come un dardo infuocato nella memoria collettiva, indipendentemente dalle speculazioni sul motore.

Dolore e mito intrecciati a una capacità unica di generare entusiasmo, gioie pulsanti, esultanze clamorose. Mentre Carlos, figlio d’arte e di una famiglia agiata, non poteva certo beneficiare di quell’aura leggendaria.

Ecco, forse anche Carlos Sainz senior il suo peso potrebbe averlo. Un padre decisamente ingombrante, una figura mitica, profeta in patria. Ma questa tesi non mi convince del tutto, almeno per un paio di motivi.

L’illustre genitore non ha mai creato complessi d’inferiorità in Carlos, anche perché si cimentano in differenti discipline. Piuttosto potrebbe aver costituito fonte di ispirazione, oltre a essere un valido consigliere. Sainz senior allora rappresenta una figura scomoda?

Certamente ha un notevole peso politico e, forse, la sua vicinanza al partito di estrema destra non giova al fine di una certa opinione pubblica. A volte ha rilasciato qualche dichiarazione un tantino provocatoria, una frecciatina ben assestata, ma nulla di esagerato o compromettente. In altre parole siamo ben lontani da uno Jos Verstappen.

La stampa spagnola non aiuta Sainz

Un problema di Carlos invece potrebbe essere rappresentato dalla stampa spagnola, spesso inopportuna e iniquamente provocatoria. Il campanilismo iberico lo avevamo già scoperto in tutto il suo splendore ai tempi di Alonso e, anche in quel caso, fece più danni che favori.

Tuttavia Fernando, forte del suo carisma, riusciva ad affrancarsi da certe opinioni tendenziose. Sainz invece alle volte pare essere schiacciato da certe esternazioni roboanti, che paiono travisare le sue parole o, peggio, distorcerle a favor di polemica.

Negli uffici di Maranello, o, per meglio dire, in quelli di Torino, è stata presa la decisione di sacrificare il miglior pilota in favore di Charles Leclerc, assumendo un driver in declino, non tanto per il talento, quanto per il morale e l’atteggiamento“.

Duello tra Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 Team) – Stagione 2023

Questo non è che un piccolo assaggio tratto dal quotidiano sportivo Marca, una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di Hamilton e una troppo severa sentenza per quanto riguarda Leclerc. Cadute di stile a cui siamo ormai abituati e che certo non aiutano l’operazione simpatia di Carlos, incolpevole mezzo per propagare invettive e sproloqui.

Così la pista ci consegna uno straordinario pilota, vincente e caparbio, un arrivo in parata, una festa senza ombre. Eppure tra i tifosi si alimentano le faide e negli articoli fioriscono le illazioni. Per troppi ancora una volta ha vinto la Ferrari sbagliata, quella di un algido ragazzo spagnolo che ha solo saputo massimizzare il potenziale della sua vettura, senza clamore e senza far sobbalzare gli animi con duelli da brividi.

Carlos semplicemente, razionalmente, si è fatto trovare pronto raccogliendo il testimone di Max, gestendo una gara in maniera impeccabile. Ma forse è proprio questo ciò che non gli si perdona: una perfezione priva di sbavature, che non alimenta il sogno.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

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