Avete presente quel meme virale in cui si vede un omino pungolare con un ramoscello un oggetto chiedendogli di fare qualcosa senza che questo reagisca? Quell’essere è la Ferrari SF-24. Per rendervi il ricordo più semplice lo abbiamo riportato in copertina. Non ringraziateci.
Mettendo da parte analisi tecniche che parlano di guadagni cronometrici mirabolanti (mi verrebbe da citarle una a una per rendere manifesti certi scritti che sono solo fumo negli occhi acchiappa-like, ma evito), la verità è che la vettura di Maranello non sta reagendo alle cure somministrate dallo staff ingegneristico.
Il pacchetto introdotto a Imola non aveva dato riscontri cronometrici straordinari. Package (l’inglese è sempre così figo per gli ingegneroni del web) da 3-4 decimi dicevano i bene informati che hanno gli agganci giusti. Ne era venuta fuori una gara molle, senza la concreta possibilità di vincere.
Poi è arrivata Monaco che Leclerc ha dominato grazie alla sua sagacia nel pilotaggio e perché la vettura si è adattata a un circuito unico nel suo genere che non tornerà nel resto del campionato. In Canada quel pacchetto non ha mai fatto presa producendo un weekend disastroso, uno dei peggiori degli ultimi anni per il Cavallino Rampante.
Montmelò era una sorta di esame di riparazione che la Ferrari voleva affrontare anticipando novità inizialmente previste per Silverstone. Flop. Non usiamo giri di parole: le modifiche non hanno soddisfatto perché anche la Mercedes W15 è stata più veloce della SF-24 su una pista che sa giudicare quali sono le macchine davvero buone.
Ferrari SF-24: un film già visto?
La stagione della Ferrari sta imboccando una china già vista in passato e che preoccupa parecchio: partenza a pallottola di fucile e prestazioni che, lentamente e ma inesorabilmente, calano. “A Montreal erano le gomme, qua è stata la performance pura a mancare”. Questo il commento di Charles Leclerc dopo la gara. Il monegasco parlava più con le espressioni facciali che con i suoni che uscivano dalla bocca.
È evidente che qualcosa di profondo vada registrato. La SF-24, almeno nella fase iniziale del mondiale, si comportava meglio in gara che in qualifica. Oggi si muove alla stessa maniera. Ma lo fa regredendo nonostante gli sforzi prodotti in fabbrica. Ci sono team che non hanno ancora sparato tutte le cartucce e di questo passo si rischia di essere risucchiati.
Tra l’altro Maranello si avvia a chiudere il mese di giugno in seconda posizione. Cosa che significa meno ore di lavoro in galleria del vento e meno gettoni CFD stante il meccanismo vincolante dell’Aerodynamic Testing Regulation.
Involuzione tecnica ma anche strategica. Montare le hard a Carlos Sainz non ha pagato. Né lo ha fatto stiracchiare così tanto il primo stint di Leclerc. Tattica errata che segue quella folle del Canada in cui il muretto assecondava la richiesta di Charles di montare gomme slick con pista che andava bagnandosi.
Vasseur ha ripetuto per mesi di approfittare delle defaillance altrui mettendo pressione agli avversari. In questa fase sembra che sia proprio il Cavallino Rampante a soffrire una pressione che si è autoimposta forse proprio con la vittoria di Monaco.
Fermarsi, prendere un lungo respiro, serrare i ranghi, sedare la tensione strisciante che è ormai nata tra Sainz e Leclerc (approfondiremo anche questo tema) e capire cosa non sta funzionando per evitare di smarrirsi definitivamente.
La Ferrari non partiva per vincere i titoli, è bene ricordarlo. Ma questo non vuol dire che possa sbracare prima di metà anno. Con la pazienza e col lavoro la Rossa ha la possibilità di tornare nel gruppetto buono: Red Bull e McLaren non sono lontanissime. Ma se si continua su questa china il treno rischia di passare definitivamente. Sveglia ragazzi!
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Formulacritica