Red Bull: l’incertezza regna sovrana

Red Bull si avvicina alla presentazione della RB20 senza aver ancora sciolto il nodo della questione che coinvolge il team principal Christian Horner

21 su 22. Questo lo score per la nel 2023. Un titolo piloti mai in discussione, un Costruttori vinto nonostante un Perez a mezzo servizio. Record scritti e riscritti con una frequenza impressionante. Una macchina perfetta, la RB19, per una scuderia che della perfezione ne ha fatto uno standard operativo. Un’oasi felice quella di Milton Keynes? 

I risultati, dai contorni clamorosi, dicono di sì. Ma sotto il pelo dell’acqua si sono mosse correnti che sono cresciute in intensità e che forse hanno portato al momento particolare che la squadra sta vivendo. Nei mesi scorsi è andato in scena uno scontro tra due anime della scuderia di cui Helmut Marko e Chris Horner sono rappresentanti. Tensioni smentite dai protagonisti senza però dissipare tutti i dubbi. 

La questione sarebbe esplosa con la morte di Dietrich Mateschitz dalla quale sarebbe scaturita una lotta di potere interna. Ricordiamo che Red Bull è un’azienda dalle due anime: quella austriaca, da un lato, quella thailandese dell’altro. L’uomo d’affari di Sankt Marein im Mürztal aveva lasciato la gestione al figlio Mark (vicino a Marko), ma questa decisione era stata nei fatti impugnata dagli azionisti asiatici che sono vicini a Chris Horner

Red Bull
La coppia non scoppia: Helmut Marko e Christian Horner ancora saldamente al timone della Red Bull

L’ala Horner, nel tempo, aveva preso sempre più spazio nei team di F1 tanto da apporre il controllo anche in AlphaTauri, ora trasformata in Visa Cash App RB, con la nomina di Peter Bayer nel ruolo di CEO e di Laurent Mekies nelle vesti di team principal

La situazione sembrava essere così delineata: da un lato Christian Horner, sostenuto dalla corrente asiatica, e dall’altro Helmut Marko che è l’uomo al quale si deve l’idea di Dietrich Mateschitz di abbracciare il progetto F1. Chiaramente il figlio Mark resta legato ad Helmut mentre Horner, con un’azione diplomatica sottotraccia, ha ottenuto il supporto di Oliver Mintzlaff, pezzo grosso nel consiglio di amministrazione della multinazionale dopo la morte del magnate austriaco.

Lunghe trattative si sono sviluppate ai piani alti della Red Bull e ne è venuta fuori una specie di pax armata con Marko, sostenuto anche da Max Verstappen, a rinnovare il suo contratto con la scuderia anglo-austriaca. Ma, poco dopo la formalizzazione della nuova intesa, è esplosa la grana che vede coinvolto Christian Horner reo di comportamenti non consono alla sua figura professionale. Accuse da confermare tenendo sempre in evidenza la presunzione d’innocenza. Molti, forse con un pizzico di malizia, hanno pensato che l’emersione della vicenda possa essere considerata l’onda lunga di tensione tra i due dirigenti.


Red Bull: il futuro di Christian Horner è ancora in bilico

In ogni caso, ieri, stando ai media inglesi, vi sarebbe stato un colloquio fiume tra Horner e i legali del team. Otto ore di confronto in cui si è approfondita l’accusa mossa da una dipendente circa un comportamento controllante e coercitivo avuto dal dirigente sportivo di Leamington Spa. Horner si sarebbe dichiarato innocente negando ogni addebito.

Christian Horner, team principal del team Oracle Red Bull Racing

Poche informazioni quelle filtrate dalla segrete stanze londinesi e che non fanno luce sulla tempistica, sul giorno in cui verrà emesso, se mai accadrà, un comunicato circa una vicenda che esiste tenendo presente che nessuna smentita è giunta a fronte del montare dei sospetti. In questo clima arroventato si arriverà a giovedì prossimo, quando la Red Bull toglierà i veli alla RB20 con la quale  Max Verstappen punta ad infilare il quarto titolo consecutivo.

Qualsiasi sarà l’epilogo della faccenda è evidente che Red Bull rischia di compromettere, almeno parzialmente, il funzionamento di un meccanismo che dall’esterno è apparso perfetto. Forse, ed è questa la speranza che covano a Milton Keynes, la crisi si può superare facendo conto sulla grandezza del sodalizio che nella capacità di rendere marginali questioni che altrove sarebbero sconquassanti. I campioni del mondo in carica si sentono pronti, in extrema ratio, anche alla sostituzione di Horner ritenendo che il presunto passaggio di consegne non incepperà un meccanismo perfetto.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing

 

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