Il 1° Gennaio 2025 è la data che tutti i tecnici della F1 attendono. Sarà quello il momento in cui si potrà mettere mano alle vetture 2026. Scelta federale che ha senso: si intende evitare che non si sviluppino le monoposto dell’attuale generazione con reparti progettazioni a lavorare esclusivamente al futuro e non ai modelli 2024-2025.
Ma cosa prevede la “nuova” F1? Per sommi capi, i testi in fase di ultimazione dovrebbero condurre a una serie che vuole contenere pesi e ingombri aumentando l’efficienza generale.
Le auto attuali si basano su un peso minimo di 798 chilogrammi, una quota ritenuta troppo elevata anche dai piloti che se ne sono spesso lamentati. La FIA, in uno slancio piuttosto ottimistico, ritiene di poter imporre una dieta di 50 kg, ma sarà più realistico arrivare a 20.
Il contenimento dei pesi è una necessità logica: le F1 post 2026 saranno più compatte. La trasmissione dovrebbe avere solo sei marce, il che significa meno ingranaggi e ingombri ridotti. La larghezza delle auto calerà da 200 a 190 centimetri, il passo da 360 a 340 cm o addirittura 330.
Meno massa porterà a superfici alari più piccole. Si stima che vi sarà un calo compreso tra il 30 e il 40% della downforce. Ma bisogna andarci coi piedi di piombo perché è nota la capacità degli ingegneri di trovare punti di carico compensando le limitazioni in un lasso temporale relativamente piccolo.
In ogni caso l’obiettivo è quello di ridurre ulteriormente il drag anche grazie all’aerodinamica attiva il cui uso non sarebbe più vincolato al distacco da chi precede. Si attiverebbe, in poche parole, in alcuni punti della pista (rettilinei) indipendentemente dall’essere ingaggiati a duello o meno.
Questa soluzione consentirà di sviluppare velocità di punta più elevate che portano ad un delta maggiore alle staccate visto che in curva si procederà più lentamente. Tale elemento, qualora si implementi con efficacia, potrebbe essere utile per compensare la potenza del push to pass (più avanti nell’articolo ne parleremo). L’aerodinamica attiva permetterebbe di ricaricare meglio i sistemi ibridi evitando lunghe fasi di gestione, specie in gara.
F1 2026: motori più “semplici” ma modalità d’uso cervellotiche
Se sulle norme aerodinamiche c’è più fumo, quelle motoristiche sono già definite da tempo. Avremo un motore a combustione interna che, in sostanza, andrà in continuità rispetto a quelli odierni.
Sintetizzando, i propulsori del futuro dovranno reggersi sulle seguenti caratteristiche. Il peso minimo verrà fissato a 130 chilogrammi, quello del turbocompressore sarà di 12 kg. L’ MGU-K, unico motogeneratore elettrico che rimarrà dopo l’abolizione dell’ MGU-H, dovrà pesare almeno 16 chilogrammi con una batteria abbinata da 35 chili.
Messe insieme, queste parti portano il peso totale dell’unità a 193 kg, circa il 23% in più rispetto ad ora. L’ICE sarà alimentato da una miscela sostenibile al 100% mentre la quota elettrica triplicherà: da 120 kw si schizzerà a ben 350.
Tutto il recupero energetico sarà sulle spalle dell’MGU-K. L’allocazione dello stesso sta scontando i ritardi della scrittura del castello legislativo relativo ai telai. Ad oggi sappiamo che alcuni elementi del motore dovranno “trovare casa” all’interno della cellula di sicurezza del telaio.
A partire proprio da quell’ MGU-K accresciuto in portata e dimensioni e che sarà piazzato nelle vicinanze del pacco batterie che rimarrà sotto al serbatoio.
A quanto sopra riportato, recentemente, si è parlato della possibilità di aggiungere delle modifiche all’uso della potenza. È al vaglio l’idea di introdurre la modalità “push to pass” con la quale il pilota potrà contare su un extra boost per attaccare. I dettagli sono da definire e l’articolo 5.4.8 si presta all’ulteriore specificazione che dovrà essere inserita prossimamente.
Nella seconda parte del comma la FIA allude alla modalità “override” tramite la quale il conducente potrà usare potenza aggiuntiva per fornire un’ulteriore spinta fino a 355 km/h.
Questa funzione non sarà sempre disponibile e dipenderà da come il pilota consumerà l’energia nelle fasi di gara. Si introduce, quindi, un altro aspetto strategico e gestionale che rischia di far diventare i gran premi ancora più cervellotici a meno che non si prevedano schermate che diano conto dei livelli di utilizzo dell’energia scaturente dall’ibrido, trasformando la serie in una sorta di videogioco. Processo già ampiamente in corso.
In parole semplici, come in un videogame, se il pilota abusa dell’override rischia di ficcarsi in una scomodissima condizione di deficit energetico per un certo numero di tornate che serviranno a riportare sul “verde” il sistema (immaginiamo essere questo il colore che indica il carico, rosso per il deficit).
Molto di quanto qui esposto è ancora in fase di delibera. Le regole non sono ancora state comunicate ai team e la data inizialmente prevista, giugno, si avvicina a grandi falcate. Il tempo stringe perché, anche se si può iniziare a lavorare solo dal 1° Gennaio 2025, la scuderie devono iniziare a impostare le strutture tecniche per affrontare la nuova F1. Queste non sono cose che si organizzano dall’oggi al domani.
Crediti foto: F1, Scuderia Ferrari HP