Ogni pilota, in Formula Uno, può contare su un bagaglio di abilità che determina lo stile di guida e il personale approccio tecnico. Charles Leclerc e Carlos Sainz differiscono, nella costruzione delle reciproche esperienze, in molti aspetti.
Volendo essere estremamente riduttivi, la prima differenza che balza all’occhio è l’approccio alla frenata: Leclerc tende ad essere più aggressivo per guadagnare tempo in entrata e uscita dalle curve mentre Sainz tende ad essere più progressivo favorendo la percorrenza della monoposto nelle pieghe.
Un’indole più aggressiva contro una più ragionata che si riverbera anche nella conduzione strategica delle gare. Charles è meno calcolatore, più istintivo, non esita a prendere rischi, ovviamente ben ponderati, per ottenere vantaggi in pista, talvolta anche a costo di una maggiore usura delle gomme.
Anche se il recente Gran Premio del Giappone ha detto che, quando serve, anche il monegasco sa spiccare per capacità di amministrazione. L’esperienza, da questo punto di vista, fa la differenza.
Sainz è l’elogio all’adattabilità: si adegua alle condizioni mutevoli della pista e riesce a modificare il suo stile di guida in base alle esigenze che la gara presenta. In una parola: stratega. Quante volte l’abbiamo visto imporsi al suo muretto usando tattiche diverse da quelle studiate a tavolino.
Di certo i due alfieri della Ferrari sono una coppia di piloti complementare e che ha mostrato, nell’esperienza condivisa per Maranello, di poter arrivare agli stessi risultati tramite prerogative differenti.
Sainz – Leclerc: la differenza è nella gestione mentale
C’è un aspetto, almeno in questo scorcio iniziale di campionato del mondo 2024, che sta evidenziando una sostanziale differenza negli approcci. Sainz sembra essere libero da pensieri e da sovrastrutture mentali. Forse l’essere stato “appiedato” dalla squadra lo ha liberato psicologicamente.
Di converso Leclerc pare essere leggermente condizionato nel suo agire. Che senta il peso della responsabilità di riportare il titolo a Maranello e di dover battere a tutti i costi il collega di casacca?
La stampa gli ha attribuito il ruolo di “predestinato” (etichetta quanto mai abusata) e alla lunga questa caratteristica condiziona l’agire di chi vede amplificarsi le reazioni di media e tifosi per ogni genere di azione di cui si rende protagonista: buona e negativa che siano.
Anche se è stato superato nel duello interno sulla sirena finale, è da metà 2023 che Carlos sembra essere diventato molto solido nella gestione della sfera psicologica. La vittoria di Singapore, in cui ha gestito con freddezza e perizia il DRS per non farsi attaccare da Norris e dalle accorrenti Mercedes, ne è testimonianza.
Quella scia prosegue tuttora ed è stata sublimata nella vittoria del Gran Premio d’Australia ottenuta al ritorno dopo l’intervento di appendicectomia e giunta battendo un Leclerc che non era mai sembrato in grado di poterlo insidiare.
Leclerc alla ricerca della scintilla
Piccole difficoltà, quelle del monegasco, che si sono ripetute in tutte le gare di questo 2024 in cui i due sono stati in pista. E non è un caso che il madrileno lo abbia sempre battuto al traguardo.
Quello che vediamo quest’anno è un Leclerc così sotto pressione che sta mancando in qualifica, l’ambito in cui ha sempre primeggiato, il momento nel quale la fermezza mentale fa la differenza.
Probabilmente si tratta solo di una fase transitoria, il GP di Cina dirà molto in tal senso. Per ora è abbastanza evidente che i due operino su piani mentali diversi: Carlos è libero e sciolto, determinato a trovare un nuovo sedile sciorinando prestazioni di rilievo assoluto; Charles è un po’ “ingessato”.
Serve la scossa per liberarsi dalla pressione. Anche perché l’anno prossimo, con un mastino come Lewis Hamilton accanto, non sarà semplice venirne fuori.
Crediti foto: Scuderia Ferrari